Morire Equivale ad Evolvere
Ti e’ già capitato di avere un periodo intenso nel quale si sono accumulate tante cose e sentirti un po’ bloccato o immerso dentro la ruota del criceto?
Oppure di sentirti molto impegnato ma non riuscire ad affrontare con qualità le cose che ti interessano veramente?
Ad esempio….
Lavoro che cambia.
Coppia che cambia.
Figli che arrivano e pertanto … Si cambia.
Alimentazione che cambia.
Casa che cambia.
Ad ognuno di Noi può esser capitato qualche cambiamento di quelli sopra … E se il modo di pensare rimane lo stesso “qualche” difficoltà può sorgere. Se come me hai dovuto affrontare uno di questi cambiamenti (o tutti 🙂 ) e sono nate successivamente delle resistenze forse l’unica soluzione e’ morire ! 🙂
Non parlo di morte fisica …. Anzi. Per morte intendo EVOLUZIONE, CAMBIAMENTO… Lasciar andare via quelle parti di Noi che ci impediscono di Crescere…
La stragrande maggioranza delle persone quando muore una persona e’ triste… Perché?
Magari in questo momento stai facendo tutti i gesti più strani per evitare la “sfortuna” …
Se ci pensiamo all’unica cosa sicura che abbiamo nella vita terrena associamo paura….
Lo so, lo so… Facile a dirsi, ma e’ da notare come nella nostra confessione religiosa si dica “e’ passato a miglior vita” ossia sta meglio di prima. Ma allora perché siamo tristi???
Perché non lo vediamo più quindi ne perdiamo il “possesso“.
A Bali così come in altre parti del mondo il funerale e’ una festa e in molte fedi religiose se sei triste per una morte sei egoista perché stai trattenendo l’anima del defunto sulla terra…
Se traduciamo “morte” con “Evoluzione” capiremo che ci sono molte persone che per paura di far morire il vecchio, non fanno nascere il nuovo.I bambini quando ancora non hanno filtri non hanno paura di farsi male, non hanno paura di “morire” perché per loro equivale ad “evolvere”. Lo so … Stai pensando con la faccia imbronciata come direbbe Arnold “che cavolo stai dicendo Willy” !!!
Mi spiego. Il bambino sperimenta, il bambino, con incoscienza, agisce sperimentando o spingendosi oltre (a volte troppo) perché il bambino non pone limiti. Anzi…gli vengono imposti dai suoi genitori. Un noto pedagogista genovese disse in una conferenza … “guardo i genitori per capire i figli” (e qua potremo aggiungere altro sulle tempistiche con cui il bambino stesso frequenta gli stessi genitori). Visto che la fascia di età nella quale si imparano più cose e’ da 0 ai 6 anni circa capiamo che dobbiamo vivere la morte/evoluzione ogni giorno per poter tornare bambini, per evolverci. Quanti nano secondi ci mette un bambino per conoscere suoi coetanei al parco?L’adulto ha problemi a parlare dentro un ascensore … Chissà cosa potrebbe pensare di me un compagno di viaggio di alcuni secondi!
I sinonimi di evolvere sono Cambiare, Crescere, Mutare, Progredire, Svilupparsi e non Distruggersi, Arrabbiarsi o quant’altro. Ci sono tanti modi per far andare via il vecchio e uno molto semplice di questi e’ …. Arrendersi
“Arrendersi?!? Stai scherzando ?!? Io combatto per difendermi o per ottenere ciò che voglio!”
Il problema e’ che molte volte se non quasi la totalità, la vera battaglia e’ dentro noi stessi. Arrendersi e’ il primo passo per non rimanere attaccati al passato.
Se ti ribelli somiglierai a coloro che corrono per scappare dalla propria ombra… Tanto alla fine li seguirà sempre sino a quando non spengono completamente la luce … O ne accendono centinaia in simultanea.
Quando Ci sono parti di Noi che si fanno la guerra, alla fine una ne risulta perdente. Pertanto dentro di noi rimane sia la vittoria che la sconfitta.
Pensaci un po’ … Possiamo cambiare le persone?
Possiamo influenzarle ma non cambiarle, pertanto se siamo in una situazione da troppo tempo con qualsiasi essere umano che non ne vuol sentire di “cambiare” il primo passo e’ arrendersi…. Arrendersi e partire da noi stessi
Non e’ un atteggiamento passivo. Se ci pensi per poter costruire un palazzo nuovo, bisogna arrendersi al fatto che il vecchio cosi com’è non va bene.
Pertanto ricapitoliamo:
1) di fronte ad un cambiamento e’ importante far morire una parte di noi se non riusciamo a giungere dove desideriamo
2) morire equivale ad evolvere
3) prova ad immaginare se di una certa situazione non puoi farci nulla… Non ti rimane che … e quindi? I nervi iniziano a lasciarsi andare e a quel punto possiamo costruire il nuovo
Grazie Massimiliano…. mo’ me lo segno… che devo morire… 🙂
Che bell’articolo Max lo apprezzo tantissimo soprattutto in questo momento perché sto proprio vivendo un momento di “resa”, in cui sto lasciando andare tante cose del passato, sto cambiando serenamente nella dolce attesa di una figlia che sta arrivando!
Caro Max, hai colto nel segno con me: “non ci resta che piangere” è il mio must, lo conosco a memoria battuta per battuta e sinceramente mille e mille volte ho usato proprio questa parte e ci ho riso su l’immenso. E mo’ me la scrivo!
Il “morire”, come lo definisci tu in questo passo interessante che hai scritto, è fondamentale per voltare pagina, per staccarci, per lasciare andare . . . però la parola effettivamente per noi occidentali non evoca tutta ‘sta positività.
Personalmente ho una filosofia, nata da un po’ di tempo dopo un periodo di prova che mi ha fatto fare un salto di notevole qualità (impensabile se l’avessi pensato all’inizio dello tsunami emotivo) : “lascio fare alla vita che sa fare meglio di me e il meglio per me”. Non si tratta di passività ma di fiducia nella vita come si fidano gli animali, le piante, consapevolezza che la vita sa badare a noi, ci propone quello di cui abbiamo bisogno quando ci serve.
Ho riflettuto: quante volte la vita mi ha stupito dandomi proprio molto di più di quello che avrei potuto elaborare in autonomia e mi ha stupito? Risposta: infinite!
Spesso le aspettative, gli affanni, i pensieri, le congetture, distraggono da quello che ci sta accadendo e ci viene offerto generosamente . . . rischiamo di perdere belle occasioni, più belle di quelle che sapremmo crearci.
Perciò ben venga la “morte” se significa vivere il presente, il qui e ora intensamente, traendone il meglio con fiducia. Basta che non sia una morte troppo ricorrente, è bello anche poter contare su punti fissi nella vita . . . con fiducia.
Un abbraccio!