Uno degli argomenti che a me piace maggiormente affrontare è quello della Responsabilità a tal punto da averci creato un corso con il nome “Io sono Responsabile”.
Personalmente ritengo che siamo Responsabili di qualsiasi cosa ci accada e sono tanti i modi che affronto durante il corso stesso di come l’essere umano possa assumersi o possa sfuggire dalle Responsabilità della propria vita.
A volte assumiamo, altre non lo facciamo le Responsabilità che la vita ci pone di fronte.
Il termine Responsabilità quando viene enunciato può far nascere certe emozioni. Prova a pensarci, fermati un istante. Che emozioni nascono se ti dico “Responsabilità”?
Quando faccio questa domanda ad inizio corso la percentuale di chi alza la mano su significati emozionali negativi è sempre maggiore rispetto a quella che asserisce verso significati positivi e potenzianti. Perché ?
A mio modo di vedere molto semplice. Perché l’educazione che ci viene posta nella società in cui viviamo ci porta a non assumerci le nostre Responsabilità e di darle agli altri (Religione e Politica ne sono un esempio).
Lo so, sto generalizzando e non per tutti è così , ma siamo portati ad essere dei lamentosi, delle vittime ed è più facile incolpare qualcuno dei nostri errori per evitare di guardarci allo specchio ed abbassare la nostra autostima.
Qualcuno che legge potrà pensare “parla per Te!”. Ed in effetti per diverso tempo ho incolpato le persone intorno a me delle conseguenze di errori che commettevo io…. E chissà per quante altre volte lo farò in futuro 🙂
Ho capito che quando agisci con paura non puoi pretendere che i risultati conseguenti siano coraggiosi.
Ho visto bambini di 35 anni incolpare i propri genitori di non aver loro messo una patente dentro il portafoglio quando la stessa era stata data al proprio padre per il ritiro di una raccomandata.
Ho visto uomini arrabbiati con il padre perché non gli ha permesso di sviluppare le proprie doti imprenditoriali quando per primi non hanno mai avuto il coraggio di andare a vivere da soli se non in tarda età.
Ho visto Uomini (e anche donne ) incolpare la propria fidanzata di non aver fatto una scelta libera e coraggiosa, quando loro stessi cercavano sulla loro compagna il controllo inconsciamente.
Ho visto genitori incolpare l’ex coniuge dell’educazione dei propri figli quando per primi non hanno lottato per poter stare più tempo con i figli stessi.
Posso immaginare che conosci anche tu persone che incolpano gli altri della loro gestione emozionale.
Ecco alcuni esempi di frasi che facendo coaching ho sentito:
“Sono sempre stato un tipo tranquillo , sei tu che mi fai innervosire”
“Fosse per me avrei già deciso di separarmi e Lei che non me lo permette, sai ci sono dei figli di mezzo”
“Meglio fare le cose con calma. Non vorrei che si incazzassero”
Potrei andare avanti all’infinito con frasi che danno la responsabilità all’esterno sulle propria gestione emozionale. Ripeto : sulla propria gestione emozionale.
La Responsabilità all’esterno e’ un trappola e nello stesso tempo un anestetico.
Una trappola perché se entri in questo schema rischi di non uscirne più. L’area del cervello legata alla Responsabilità e al non amor proprio si arrugginisce.
Un anestetico perché cerchi di alleviare il dolore derivante dalla mancata azione di coraggio, dal mancato utilizzo dell’amore incondizionato, attaccando, incolpando altri. Il ragionamento e’ semplice : ‘ siccome non riesco , o meglio non ho il coraggio di alzare il mio valore o meglio ancora di guardarlo negli occhi, di riconoscerlo, allora meglio abbassare quello di chi mi sta di fronte così provo meno dolore.
Ho capito negli ultimi anni che se hai una scarsa gestione emozionale quando vengono toccati certi tasti non devi prendertela con gli altri perché le emozioni sono TUE e non loro.
E’ come se le persone esterne a te non abbiano la responsabilità della tua vita , ma sulla tua vita come dei schiacciatori di pulsanti.
Nel 2010, nell’anno in cui 2 avvenimenti emozionali “negativi” hanno influenzato parecchio la mia gestione emotiva; decisi allora di assumermi certe responsabilità dalle quali ero fuggito senza accorgemene. Ero proprietario di casa mia, ma possedevo solo le chiavi del portone e non della porta di ingresso .
La prossima settimana vedremo come potersi assumere sempre più le proprie Responsabilità, ma nel frattempo inizia a pensare quali siano le Responsabilità che ancora no ti stai assumendo ?